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Carissimi amici e benefattori,
in
questo numero abbiamo dato risalto ad alcune iniziative fondamentali
per l'associazione: un Codice di Condotta per tutti coloro che lavorano
con noi e alcune Strategie per migliorare la nostra educazione
principalmente nelle scuole. I risultati sono due documenti frutto di
quasi un anno di incontri, sensibilizzazioni, studi. Non vogliamo che
restino documenti da incorniciare, ma ci dovranno guidare sempre per
rendere il nostro lavoro efficacie e proficuo.
Un caro saluto da tutti noi,
Fabrizio
Graglia
(Direttore)
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La
partecipazione e la cittadinanza attiva sono temi ricorrenti ed in voga
nella sfera della cooperazione. Per questo e perché vogliamo essere un
passo avanti, abbiamo deciso di realizzare un’iniziativa che traducesse
lo spirito innovativo, partecipativo ed inclusivo dell’Associazione, in
modo tale da portare realmente implicazioni e cambiamenti profondi.
Così, abbiamo chiesto a tutti i funzionari che si pronunciassero su
quali valori avrebbero voluto fossero riportati nel codice di
comportamento, per essere condiviso da tutti, il risultato
fu esaltante!
Da questo
Esmabama
ha visto nascere un codice applicabile a tutte le Missioni e
all’ufficio Centrale, che abbraccia varie aree e settori, che vede
essenzialmente la protezione
dei più deboli e vulnerabili
attraverso azioni che devono essere realizzate da tutti quanti lavorano
come volontari o dipendenti per l’associazione, per tutti i beneficiari
dei progetti di Esmabama ed inoltre per tutti quelli che frequentano le
nostre strutture educative e sanitarie.
É importante evidenziare che uno degli
aspetti che ha avuto più proposte si riferisce al Rispetto!
Il rispetto per la dignità umana, per i diritti individuali, per i
bambini, i malati, gli anziani, l’ambiente, gli animali, i beni
materiali e patrimoniali dell’Associazione.
In questo ambito è stato creato un “Numero
Verde” di appoggio alle vittime, in modo che tutti possano comunicare
con noi per cercare appoggio ed aiuto e/o per denunciare abusi,
problemi, sospetti ecc. Quel numero, insieme a tutte le
linee
guida del codice di comportamento sono stati affissi nelle bacheche di
tute le Missioni e nell’ufficio in modo che diventino realmente
effettive e disponibili a tutti!
Questa
iniziativa, anche se di Esmabama, ha preso ispirazione dal progetto di
Cittadinanza Attiva sostenuto dall’Unione Europea.
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Allo
scopo di appurare i motivi che stanno alla base di questo enorme
assenteismo dei professori nelle scuole mozambicane, in particolare nei
distretti dove operano le Missioni di Esmabama e in alcuni altri del
sud della provincia di Sofala,
la ONG tedesca GIZ e
l’Associazione Esmabama hanno implementato un progetto per rinforzare
la lotta contro questo problema sociale.
Nel corso di sei degli otto mesi di
durata del progetto che si è concluso nel maggio scorso, sono stati
distaccati
due consulenti esterni per seguire, in otto aule, l’andamento del corso
di studi di Istruzione Generale, nei distretti di Buzi e Chibabava,
oltre alle scuole delle nostre Missioni incluse nel processo.
I due consulenti erano specialisti in
Educazione e cercavano di
valutare i motivi che portano all’assenteismo dei professori,
allo scopo di poter, in seguito, proporre azioni di ostacolo a questo
fenomeno.
Tali azioni potranno essere messe in
pratica sotto varie forme, in particolare attraverso progetti da
applicare, ad esempio in scuole
pilota. Ma questo è un progetto ancora allo stato embrionale in attesa
di supporto.
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Il nuovo sistema di irrigazione e
drenaggio dei terreni agricoli della Missione di Estaquinha integra il
progetto ”Miglioramento
della sostenibilità dei servizi educativi e sanitari delle Missioni
dell’Arcidiocesi di Beira attraverso il potenziamento del suo settore
agricolo e di allevamento del bestiame nei distretti di Buzi, Chibabava
e Machanga nella provincia di Sofala” su iniziativa della
ONG
italiana CESVITEM con il finanziamento della
cooperazione italiana realizzata in partenariato con l’Associazione
Esmabama.
L’implementazione
del sistema di irrigazione della Missione di Estaquinha è già una
realtà, e si integra nella seconda annualità del progetto che comunque
è già realizzato per circa il 35%.
L’obiettivo
principale del progetto è la produzione di alimenti per le Missioni,
particolarmente per l’alimentazione quotidiana di circa 2000 alunni
interni, mentre idealmente si spera di arrivare a produrre
in quantità tale da poter commercializzare l’eccedente.
Il
progetto prevede altresì di aumentare la meccanizzazione dell’area
agricola della Missione, per cui sono già stati acquistati nuovi
macchinari. Così come aspirare a
formare i
lavoratori dell’area agricola, figli di contadini, che studiano nella
Missione e l’integrazione degli alunni di EFR in stage nei lavori
nell’area agricola.
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Il
matrimonio precoce è un problema sociale grave in Mozambico che sottrae
il diritto alla scuola e il diritto ad essere giovani a molte ragazze.
Cosciente di questa realtà l’Associazione Esmabama ha realizzato un
forte lavoro sociale nella Missione di Mangunde. In questa newsletter
vogliamo raccontarvi la storia di Sara, che è riuscita a riscattarsi da
un futuro molto grigio.
Sara
Armando (nome di fantasia) è un’adolescente orfana di padre di 15 anni,
vive con la madre e altri fratelli più giovani a Mangunde nel villaggio
di Nhahumwe. Sara ha abbandonato
la scuola in
seguito al tentativo di matrimonio con un giovane emigrante dell’Africa
del Sud, il quale ha ingannato Sara per farle abbandonare la casa
materna con la promessa di molta felicità, amore ed un futuro roseo.
Sara restò nella casa di questo giovane alcune settimane dove non vide
traccia di amore, era trattata come serva per fare i lavori pesanti di
casa, ed il giovane la maltrattava frequentemente.
La madre di Sara ed un
leader locale si recarono a chiedere aiuto alla Missione di Magunde,
però Sara aveva paura di parlare per le minacce del suo aggressore.
Quando diversi collaboratori di Esmabama sensibilizzarono tutti in
merito ai diritti, doveri dei giovani e alle implicazioni dei matrimoni
precoci secondo la legge mozambicana, il giovane “marito” scappò quando
capì che Sara aveva ottenuto aiuto. Sara partecipò ad una sessione di
riabilitazione psicosociale e decise di tornare a casa da sua madre,
ritornò a scuola e si integrò nel
gruppo dei
ragazzi orfani nella “Scuola della Pace” di Mangunde, ora insegna
danza, canto, a leggere e scrivere ai bambini delle classi inferiori.
Ha recuperato il suo animo e il sogno di diventare professoressa e
ringrazia per tutto l’appoggio ricevuto.
Adattato dalla relazione di: José Zacarias, Direttore del Centro di
Salute di Mangunde.
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Fu
con questo motto di vita che la portoghese Rosa Nordeste, di 31 anni,
crebbe e fece la sua scelta di vita... e perché così ha deciso è venuta
in Mozambico nel gennaio 2012. Anche con questo principio
in
mente ora ha deciso di lasciare, forse alla ricerca di altri luoghi
dove, con il suo impegno ed enorme coraggio, possa migliorare la realtà
del mondo che troverà.
Ora
Rosa sta lavorando per la ONG austriaca Horizont3000, con
la quale da luglio 2014 è distaccata in Esmabama,
dove ha svolto le funzioni di consulente alla formazione di Informatica
dei professori di informatica e dei membri del Consiglio di Gestione
delle Missioni e, dal 2016, consulente per la comunicazione
organizzativa. Tra le numerose attività che svolge è ancora
co-redattrice e responsabile per la parte grafica della nostra
newsletter.
Perché
la scelta di venire in Mozambico?
In
Portogallo avevo un lavoro, ma vedevo che il risultato finale più
importante era solo dare profitto a un numero limitato di persone: potrei dire che non vi era alcun
conseguenza che migliorasse la realtà.
A part-time e come volontaria ero impegnata contemporaneamente in varie
altre attività. Questo fatto ha fatto metter le cose in prospettiva e
mi ha fatto pensare che il volontariato dava più senso che la mia
attività professionale di allora, perché, oltre a tutto, passavo molto
tempo chiusa in ufficio con pochi contatti umani.
Così,
ho cominciato a cercare opportunità di volontariato internazionale,
principalmente in Africa. Dopo un anno, è giunta l’occasione e sono
venuta in Mozambico.
Che
cosa ha rappresentato per te un cambiamento così drastico nella tua
vita?
Beh, all’inizio è stato uno choc. Per molto che si legga, la realtà è
ben differente. Mi ha colpito molto la povertà e la precarietà delle
condizioni di vita. Dopo lo choc iniziale nacque un entusiasmo
crescente, ho scoperto che c’era molto da fare, anche se non sei un
esperto in qualche area specifica, ci
sarà sempre qualcosa che puoi fare e che possa fare la differenza.
Per
quanto riguarda la percezione dell’Africa, che cosa è cambiato quando
hai cominciato a lavorare per Esmabama?
Io ho conosciuto la realtà delle Missioni un po’ prima, su invito del
precedente direttore, P. Ottorino. Se nella città è già complicato, la
realtà del mondo rurale, per il suo isolamento e la distanza dai centri
di risorse, è molto peggiore.
Ma
fu per me più motivante, perché già conoscevo Esmabama. Così la mia
visione sulla differenza tra la vita nella periferia della città e nei
distretti rurali era già abbastanza chiara. Ma Esmabama mi ha permesso
di incontrare le realtà più specifiche del paese, per esempio a livello
di salute, dell’agricoltura, ecc., lavorando in Esmabama ho conosciuto
meglio la realtà della formazione. Discorrere con i colleghi di altre
aree e vedere da vicino queste situazioni ci dà una visione più ampia
del Mozambico.
Stai
partendo non solo da Esmabama ma anche dall’Africa. Che emozioni porti
nel tuo bagaglio?
Beh, spero di aver
lasciato qualche segno. Vado
con la sensazione di aver adempiuto agli obiettivi professionali che mi
ero proposta. Allo stesso tempo non mi abbandonerà mai un certo senso
di impotenza in relazione alle cose che mi piacerebbe vedere
cambiate... desiderare che le tue mani possano fare di
più di
quello che è possibile fare... ma quando le strutture del paese non
sono concentrate o mirate a proporre un cambiamento reale nella vita
dei giovani, è molto difficile.
Porto con me anche
ricordi molto buoni. Nell’ambito del lavoro, una cosa molto positive è
che le persone dimostrano gratitudine per l’aiuto che posso aver dato,
anche se era poca cosa, anche per il rapporto facile che ho avuto con
la gente. Penso che avrò nostalgia della semplicità della vita qui, di
come si vive con poco, senza fretta, è realmente un ritmo differente.
Vuoi
lasciar qualche appello, raccomandazione... Messaggio?
Voglio dire a tutti i
collaboratori di Esamabama, tanto
nell’ufficio come nelle Missioni, di essere fedeli alla missione di
Esmabama, di fare il proprio lavoro con il massimo di coinvolgimento
personale e professionale.
Devono appoggiare
di più la direzione, certamente è un grosso molto esigente, è un grosso
lavoro, c’è molta responsabilità e si deve remare contro corrente in
questo mondo complesso, tentando di costruire una vita
migliore per le persone coinvolte in questo progetto.
Dire a tutti i Mozambicani e a tutte
le persone che,
nonostante tutte le difficoltà imposte dalla società, o dal mondo in
generale, devono sempre pensare
e credere che è possibile fare qualcosa per migliorare le cose che
vanno male...
C’è sempre qualche situazione che incontriamo che non ci comoda e che è
nelle nostre mani decidere se agire o restare indifferenti... Cerchiamo
di “lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”!
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ASSOCIAÇÃO
ESMABAMA
Rua Roberto
Ivens 168
Palmeiras 1
Beira, Sofala, Mozambique
Tlf:
+258
82 845 7000/ +258 86 845 7000/ +258 84 845 7001
Fax: +258 23311887
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Testi
e traduzioni: Franco Crimi; Rosa Nordeste; Sandra
Rodrigues. Fotografie:
Arquivo Esmabama; Fernando Cudzia; Rosa Nordeste. Editore: Fernando
Cudzia.
Design:
Rosa Nordeste. |
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